Giuseppe Bellantonio
IL “2” di Leonardo Serafini
Con grande piacere sono venuto ad ammirare le opere del pittore Leonardo Serafini, esposte nel contesto della mostra ‘Nel Segno del Due’, organizzata nella splendida, austera, cornice dell’Abbazia di San Claudio al Chienti.
La mostra, che scandisce i primi due anni vissuti da Serafini nel pieno segno dell’Arte, traccia le tappe di un percorso contrassegnato dai vari momenti vissuti dall’Artista, del suo sentire profondo e del come questo – esteriorizzandosi – si sia trasformato in manifestazioni di forme, di colori, di materia.
Contemplando Serafini, mi piace coglierne il gesto con cui segna con energia le superfici, lo spazio, quasi graffiandolo, segnandolo visceralmente, aprendolo: in un percorso dove - proprio attraverso lo spazio, il gesto e la forma – avviene un scambio intimistico. L’Artista, attraverso il gesto, sembra penetrare nello spazio della sua opera, mentre da questa pare uscirne un umore, un sentimento, che ‘è’ Leonardo Serafini.
Sono i suoi stati d’animo, le sue paure, le sue attese, la sua gioia, la sua ribellione, il suo sprofondare ed il suo riemergere…: è il Tempo.
Ma sono anche testimonianze di densità umorali segnate dall’uso dei colori, oltre che delle forme: vibrazioni tutte che scandiscono infinite suggestioni, infinite storie, specie dove – guardando le sue opere – il mondo pare rovesciarsi.
O raddrizzarsi.
In specularità piene di un sottile fascino, dense di sottesi giochi di chiaro-scuro e di prospettive: quasi che dall’ombra, da dietro una forma debba far capolino, all’improvviso, un qualcosa che confermi la grande anima riposta in questi mix di olii e tempere.
Questa mostra – nata all’insegna del numero ‘2’ – germina quindi in simbolica compagnia dei numeri, quasi a voler sottolineare proprio quelle conoscenze antichissime e più che mai all’avanguardia riposte proprio nella scienza dei numeri: scienza, ma anche conoscenza ed apprendimento. Tutto l’insieme, cioè, che dalla notte dei tempi contraddistingue la disciplina che studia lo spazio, le quantità, l’impianto ed i calcoli che accompagnano la vita stessa dell’Uomo, aiutandolo a comprendere il mondo circostante , come pure ad interpretarlo e modificarlo.
Non si tratta certo di ‘freddi’ numeri, bensì di un universo complesso ed affascinante che anticipa e segue la stessa Umanità, dove nulla è lasciato al caso, dove esistono regole precise e universali ma anche chiavi di lettura esoteriche che risentono delle diverse culture dei Popoli.
E’ così che i numeri, oltre al loro linguaggio scientifico, hanno anche pitagoriche affinità con la magia della musica, intimità con l’interpretazione simbolica e interpretabilità sotto l’aspetto filosofico ed espressivo: lo stesso che, nell’antica Grecia – proprio sotto la spinta delle riflessioni di Pitagora ed Euclide -, ha portato all’affermazione del pensiero razionale.
Ecco che allora il ‘2’ di Serafini si può anche prestare a simboliche valutazioni: il sensibile e femminino ‘2’, racchiuso tra l’ ‘1’ ed il ‘3’ prettamente maschili, ha per molti valenze certamente femminile ma soprattutto negative; ma io vi vedo – proprio riferendomi all’Artista - il nero non della malinconia e della negatività, bensì il denso umore della ribellione. Di quella ribellione che dal nero, conduce ai rossi porpora della vitalità, al giallo del sole, al bianco della luce, in un alchemico gioco pregno di allegorie palesi e non.
Perché io, se su una superficie tutta scura vedessi un puntino bianco, vedrei la Luce che sconfigge le Tenebre piuttosto che non l’ultimo esile guizzo di luce prima del trionfo di queste.
Leonardo Serafini, questo porge a chi guarda le sue opere: lo intriga nell’intrapresa di un viaggio dove è ben palpabile quella sua vena personale e artistica che si muove tra vitalità e contraddizioni, problemi e mistero: così affascinandolo con la sua mai banale intensità.
E questo viaggiare è esattamente lo stesso che è alla base della Storia dell’Umanità.