Daniele Taddei
NEL SEGNO DEL “DUE”.
Personale di pittura di LEONARDO SERAFINI
Oggi 5 dicembre 2015 LEONARDO SERAFINI festeggia i suoi primi “DUE” anni con l’Arte e tanta è la soddisfazione che voluto condividere con noi questo traguardo, non solo temporale ma artistico.
Proprio per questo ha voluto fortemente un luogo sacro, non uno qualunque ma l’Abbazia di San Claudio al Chienti, nel suo Comune di nascita.
Sembrerebbe un desiderio scontato ma non è così, questo straordinario monumento romanico - bizantino, l’unico nelle Marche, si presenta con il segno del “DUE”, perché “DUE” sono le Chiese, una inferiore e una superiore, “DUE” sono le torrette cilindriche dell’Abbazia, due sono i filari dei cipressi che ci conducono ad essa.
LEONARDO SERAFINI con questa sua nuova esperienza è riuscito a forgiare maggiormente la sua tempra di uomo e ciò è derivato dalla grande sensibilità che gli appartiene ed alla sua forza interiore che lo sostiene nell’esprimere emozioni e sentimenti.
Mai come in LEONARDO questa “DUALITA’” ha portato nuovi mutamenti all’interno del proprio io, egli è riuscito a conciliare gli opposti, quegli opposti se non vissuti con rara sensibilità rimarrebbero tali, con tutto ciò che ne consegue.
Attraverso il suo percorso spirituale Il bianco e nero non diventano antagonisti, la luce ed il buio non possono mai separarsi, il bene ed il male non debbono mai opporsi, solo attraverso queste conquiste che appartengono esclusivamente alla sua anima, si potranno superare quelle ineguaglianze che affliggono l’universo materiale.
LEONARDO vuol esternare questa sua ricerca con una serie di cicli pittorici, “DUE” opere per ogni “collezione” che vanno a testimoniare il lavoro svolto, un lavoro intimo, che ha messo a dura prova le proprie energie sia fisiche che mentali.
Le opere di LEONARDO hanno una profondità unica dove tutti e cinque i sensi vengono chiamati a raccolta, ognuno con il proprio compito, l’incontro con quella tela bianca, amica e nemica allo stesso tempo, fa risvegliare in lui quelle forze utili a superare quei dubbi che possano sorgere nel momento della realizzazione dell’opera.
In questo modo con una fusione attenta e puntuale LEONARDO riesce a creare dipinti di rara suggestione, opere pensare e progettate nei minimi particolari dove nulla è dato al caso.
Meticolose sono le scelte dei materiali privilegiando la qualità, senza mai lesinare, avendo come obiettivo finale il confronto e la condivisione del pubblico.
Come precedentemente asserito il lavoro pittorico di LEONARDO SERAFINI è raccolto, riservato, ama essere solo, in meditazione, lontano da rumori o distrazioni, personalmente essendo tra i pochi privilegiati ho più volte seguito LEONARDO nell’esecuzione delle opere ed è particolarmente struggente notare una sorta di “separazione” tra LEONARDO uomo ed artista: i comportamenti e gli atteggiamenti tendono a modificarsi, il silenzio tombale attorno a noi diventa suono, musica, una atmosfera surreale dove tutto ciò che è materia magicamente diventa spirito, dove i contrari e gli antagonisti si fondono nell’opera.
Egli predilige i supporti di grandi dimensioni, tele o tavole che siano, attraverso queste superfici desidera aumentare il campo di battaglia per dar sfogo ai suoi pensieri, conscio però che i dubbi e le incertezze saranno maggiori, ma tanta è la voglia di poter trasmettere tutto ciò che prova liberando ansie ed emozioni nella ricerca di spiragli di speranza e serenità.
Questo “magma” interiore lo accompagna nella stesura dei colori, nel passaggio delle trasparenze, nella distribuzione centellinata di oli e acrilici: una esecuzione maniacale mai finita!!!
Le luci e le ombre vengono osservate e studiate con diligenza, nulla e dato al caso, solo quando l’opera prende vigore la soddisfazione è tale che nel volto gli si intravedono timidi sorrisi, cenni di assenso, parvenze di gioia.
Le opere di LEONARDO non saranno mai “finite” nel senso di “compiute”, troppe e gravose sono le indagini interiori a cui ogni volta deve sottostare, egli sa benissimo che presto sorgeranno altri dubbi, incertezze, interrogativi, che nuovamente lo metteranno alla prova, ma egli è fiducioso del cammino che ha intrapreso, sempre più illuminato da quella luce che non potrà mai raggiungere ma che gli consentirà di guardare oltre con gioia di vivere e di amare.
TUNNEL
Sorprendente ed oserei dire coraggioso questo nuovo ciclo pittorico di Leonardo Serafini, sorprendente perché egli riesce ogni qualvolta a manifestare con rinnovata energia quanto “accantonato” in tutto questo tempo dentro il proprio “IO”, coraggioso perché non è dato a tutti trovare la forza di esternare i propri sentimenti attraverso espressioni suggestive ebbre di dubbi che lasciano poco spazio alla superficialità o all’indifferenza.
Questo ciclo pittorico non è altro che la vita di ognuno di noi, la nostra storia, dove si alternano con temporalità inaspettate gioie e dolori, luci e ombre, amore e odio , bene e male, potremmo continuare all’infinito, ma da questo “dualismo” non potremmo mai sottrarci!!!
Sono immagini che ci appartengono, Leonardo Serafini vuol solo guidarci alla ricerca della luce superando gli ostacoli nascosti nel buio.
Egli ci prende per mano come se quel cammino l’avesse già percorso e ci invita ogni qualvolta ad essere alfieri di sani principi e di saldi valori perché solo con questi sentimenti potremmo superare le insidie dell’oscurità, anche nei momenti più disperati.
Leonardo Serafini nel realizzare queste meravigliose pagine di un racconto senza fine, sembra entrare materialmente dentro l’opera, fare lui da “apripista” , affrontare i rischi e le difficoltà, preparare il sentiero per tutti noi affinché un giorno sapremmo meglio affrontare le umane sofferenze.
Mentre dipinge viene completamente preso dai colori che sotto la sua ferma mano si esaltano, si mutano, ed allora i neri diventano grigi, i marroni bruniti, i bianchi tanto chiari si trasformano in avorio, è questa la “battaglia di Leonardo” con la tela o la tavola di turno.
Per controllare ed addomesticare quei cromatismi vengono chiamate a raccolta tutte le “armi” del mestiere, pennelli, pennellesse, spatole , tessere magnetiche, ma sovente neanche loro riescono a dare lo sperato contributo, ed ecco allora che egli diventa improvvisamente “alchemico” miscelando liquidi variegati, sapientemente dosati che vengono chiamati in aiuto per sconfiggere il “nemico”, quella tela bianca!!!
Le opere di Leonardo Serafini hanno il sapore pittorico di un tempo dove tutto nasceva da esigenze interiori molto travagliate, dove la sapienza tecnica si manifestava attraverso i colori creati di volta in volta, dove la ricerca della luce , quella della speranza, veniva posta in primo piano, dove nulla era lasciato al caso, nemmeno il più piccolo dei particolari.
Viviamo in un oggi contestualizzato da media e tecnologia dove la moda, la tendenza e l’effimero vengono esaltatati e pubblicizzati a chiare note, non c’e più tempo di dialogare, di confrontarci, di riflettere, di conoscersi, tutto è più veloce ed allora eccoci a competere, a sopraffare, a disconoscere l’amore e l’amicizia, la fratellanza!!!
Noi tutti corriamo in questa gara senza tempo e senza premio, cercando in ogni caso di partecipare magari rinunciando a tanti valori e a tanti ideali, puntando esclusivamente “all’ avere” e tralasciando ” l’essere”.
Leonardo Serafini si presenta alla nostra visione con dipinti che hanno sempre “sapore” e “profumo”, egli consapevolmente rinuncia ad apparire, a mostrarsi, cercando forme e contenuti non legati e dettati dall’attualità, egli ci richiama sentitamente ad indagarci perché dentro ognuno di noi è presente il “bene”, quel bene che se praticato senza secondi fini sconfiggerà il “male” con il beneficio per tutta l’umanità!!!
In questo modo, con una sensibilità rinnovata, saremmo aiutati a camminare con maggiore sicurezza nel buio del “tunnel” per ritrovare alla fine quella luce di cui tutto il mondo abbisogna.
Lettera a Leonardo Serafini
Carissimo, rivisitando le immagini delle opere delle serie “Pearl Harbor” mi sono sorte delle suggestioni che vorrei condividere con te.
Sai bene che non sono un critico d’Arte né tanto meno di possedere l’Arte della critica, però mi ritengo un attento osservatore che ama indagare, conoscere, interrogare i sentimenti e gli stati d’animo delle persone.
Analizzando questo ciclo di lavori si viene a prima vista catturati da un susseguirsi di immagini che hanno si come denominatore comune costruzione visionarie ma a mio modo di vedere è l’ACQUA con il suo specchiarsi che intriga maggiormente, quasi a significare contestualmente un invito a guardarci dentro, a non rimanere in superficie, alle prime apparenze.
Leonardo ti conosco da poco tempo come uomo e come artista, debbo ammettere però che non è semplice seguirti nelle tue introspezioni , un po’ per la mia prudente riservatezza, un po’ perché tu nel momento in cui vieni “interrogato” riesci con abilità ad “eludere” il discorso, ritornando da dove eravamo partiti.
Tutto possiamo dire di te meno che tu non abbia nel proprio “IO” una energia, un dinamismo, una abnegazione, dettati e alimentati da tormenti, tensioni, ansie, attese, speranze ; sentimenti veri che albergano solo in persone che hanno una sana e profonda sensibilità.
Leonardo questo tuo modo di relazionarti con noi lo possiamo individuare dai “titoli” che tu stesso attribuisci ai cicli produttivi, a mio avviso, e qui entrerò in contraddittorio, spero non in polemica, sono “titoli” di facciata legati ad una pura immaginazione, perché ben più intense e sofferte sono le sue lotte interiori che non abbandonano mai di tormentarti !!!
Di questi lavori, secondo una mia personale chiave di lettura, credo che il significato più reale e attinente non sia la distruzione o la morte, come si può evincere dalle immagini, ma contrariamente la VITA, la RINASCITA!!!
Si perché tutti ben conosciamo che l’ACQUA, quella che sapientemente hai voluto simbolicamente dipingere ed esprimere è “fonte di vita” , sin dalla fecondazione viviamo nell’ACQUA ed il nostro corpo se riflettiamo bene è composto per almeno tre quarti dalla stessa.
Leonardo tu conosci bene questi significati e proprio partendo dalla “trasparenza”, dalla “purezza” di questo elemento misterioso ci vuoi suggerire uno nuovo modello di vita dove debbono prevalere i valori imprescindibili come la libertà, la fratellanza, l’uguaglianza, l’amicizia, l’amore.
Attraverso l’ACQUA ci vuoi richiamarci altresì alla saggezza nel misurare atteggiamenti e comportamenti ed al rispetto delle persone e della natura perché contrariamente assisteremo solo ad odi, barbarie e guerre e dalla natura non potremmo che aspettarci le “ritorsioni” più catastrofali.
Il tuo è un elogio all’ACQUA perché questa come la vita è un bene prezioso, un bene che deve essere tenuto nella massima considerazione per la sua capacità di rinnovarsi e garantirci l’esistenza.
La tua intuizione è meritevole di una attenta riflessione, attraverso quei dipinti ci vuoi trasferire quelle indicazioni utili per consolidare il percorso che abbiamo intrapreso che dovrà essere sempre più teso alla ricerca della luce; una strada che sicuramente contribuirà a farci conoscere più verità possibili, sempre consci però che i dubbi non mancheranno mai di assalirci in special modo quando siamo vicini alla soluzione!!!
E ‘ un inno alla nascita, alla purificazione alla trasformazione quello che Leonardo ci inviti a declamare, perché l’ACQUA ci ha sempre accompagnato nel vivere quotidiano tanto è che sin dal tempo degli Egizi veniva religiosamente invocata, dove il fiume Nilo costituiva simbolicamente il “canale del parto” per la venuta al mondo.
Ancora una volta ci hai stupiti, in fondo è quello che tu desideri, un “gioco” sano dettato dai sentimenti più sinceri, un “gioco” che ricarica come fonte energetica il dinamismo e l’impegno per continuare ad interrogarti e domandarti il perché di tanti episodi ed aspetti che ti circondano e ci circondano.
Leonardo con molta lealtà nei tuoi confronti auspico che questo “gioco” non finisca mai, puoi sempre contare nei forti insegnamenti e nell’educazione ricevuti e nel tuo animo aperto e sincero, sempre pronto ad ascoltare nel pieno rispetto e tolleranza di chi ti sta di fronte.
TERRE di SPAGNA
Un viaggio immaginario quello di LEONARDO SERAFINI, un itinerario intimo raccontato attraverso i colori e la loro spiritualità.
Città della Spagna a lui letteralmente sconosciute, mai visitate, ma intriganti e per questo misteriose tanto da scalfire la sua profondità interiore, quella più remota.
Gli elementi primordiali come il FUOCO, l’ACQUA, l’ARIA e la TERRA vengono rappresentati da LEONARDO SERAFINI con colori acidi in contrasto tra loro, riportati sulla tela o sulla tavola con una sofferenza mai incontrollata , come rispettosa delle dinamiche e delle vicende nascoste all’interno.
Il ROSSO e il GIALLO sono i colori predominanti, rappresentano cromaticamente più di altri la Spagna, un Paese ricco di storia come pochi, teatro di episodi che hanno modificato o quanto meno hanno contribuito a far conoscere nuovi continenti, nuovi popoli, nuovi usi, nuovi costumi.
E’ il ROSSO dell’ardore, della passione, della violenza, del sangue, è il GIALLO della vitalità, dell’energia, della spiritualità, della creatività, tutti elementi che hanno segnato nel bene e nel male questa nazione tanto da farne i colori della bandiera e grazie alla sapienza artistica di LEONARDO SERAFINI possiamo riconoscerli e ricordarli.
Egli si sente partecipe di quelle situazioni, di quei momenti e non si sottrae dalla responsabilità di portarceli a conoscenza con i suoi dipinti così emozionanti che coinvolgono lo spettatore, anche quello più distratto o indifferente.
E’ sorprendente vederlo all’opera, si avverte subito il conflitto, la sfida, tra lui e quella superficie “bianca”, spesso prima di “infierire” con pennelli, pennellesse o spatole, gli gira intorno, si ferma, la studia, poi tutto ad un tratto con felina velocità inizia a lavorare.
Sono finestre su quelle terre, su quella gente, immagini viste dal suo interno, immagini che non riusciranno mai a proiettarsi all’esterno, tante sono le tensioni e le emozioni che appartengono unicamente alla propria intimità.
A volte sembra che nella sua pittura subentri il timore, la paura, l’ansia di trovare al di là “del vetro” un mondo che non gli appartiene che non vorrebbe mai che esistesse, dove l’odio prevale sull’amore, dove la pace soccombe alla guerra.
La sua non è fantasia né tanto meno visionarietà, egli vuol richiamarci ad una lettura attenta ed approfondita di quella terra, di quel popolo, dove ancora non sono del tutto sopiti sentimenti di violenza e repressione, ed ecco allora i NERI , i GRIGI, ombre scure che si muovono sul dipinto come riflessi dei suoi pensieri.
LEONARDO SERAFINI nei momenti più tormentati della sua opera viene catturato dalla forza dei colori dalla loro intensità dal loro valore, colori che lo portano a raffigurare i nostri elementi primordiali con grande impeto ma con altrettanto rispetto.
Magistrali sono quei tratti materici bituminosi, grumi di neri e grigi a testimoniare lacerazioni e ferite non ancora rimarginate. E poi tagli repentini come a voler contestualizzare la temporalità degli eventi.
Fortunatamente tutto questo grigiore ad un certo punto si fa da parte, ed ecco allora Leonardo Serafini ad inserire larghe campiture di bianchi avorio come spiragli di luci, di speranza.
Tanta materia c’è in quei bianchi, il momento forse di maggiore liberazione per lui, l’attimo con cui ci prende per mano guidandoci in quel percorso più illuminato dalla luce.
Non si può rimanere indifferenti da quei racconti, nessun animo anche il più insensibile si deve interrogare, si deve domandare … perché ???
La figurazione rappresentata è fortemente legata ad un espressionismo astratto e costituisce un forte richiamo ed un auspicio per rinsaldare l’amore tra le genti, egli sembra voler “urlare” all’esterno il suo stato d’animo cercando di combattere quei disagi, incitando il superamento delle disuguaglianze e delle indifferenze, ed inneggiando alla libertà come valore inalienabile di questa nostra breve esistenza.