RITORNA VINCITOR - Mostra Personale del Maestro Silvio Craia
Mostra a cura di Daniele Taddei, testi in catalogo di Loredana Finicelli e Giuliana Pascucci.
La mostra sarà aperta fino al 22 gennaio 2018.
URBANA TEXTURE a Spoleto Festival Art 2017
URBANA TEXTURE
Storie soggettive di città
a cura di Loredana Finicelli
22 - 25 settembre 2017
Esposizione collettiva di arte contemporanea a Palazzetto Pinciani a Spoleto
Skylines. Città oniriche e labirinti della memoria.
Ci sono immagini che per la lor natura intrinseca appartengono alla dimensione dello spirito, molto più che a quella ravvisabile della natura; immagini costituite di sostanza psichica, di echi di memorie non sopite, che si riflettono e si rinfrangono sull’immaginario individuale e collettivo, andando a costituire un patrimonio e un repertorio di riferimento.
Sono immagini assai più simili alle visioni che alle vedute, che a volte hanno il rombo del flash, a volte l’afflato lirico della dissolvenza, la lentezza intermittente di una impressione che sfuma in lontananza. Immagini a volte generate da un moto dinamico e vorticoso, a volte adagiate sul crinale impercettibile della evanescenza, pur suggerendo profili noti, riconoscibili all’esperienza di chiunque accetti la sfida di misurare la propria fantasia – lasciando a casa la ragione – con essi.
Skilines dinamici, mossi e fluttuanti, oppure trasparenti come nebbia ed evanescenti come aria, eppure netti, riconoscibili e distinti nell’esperienza di chi guarda e li incamera nella memoria come profili di città immaginarie, attinenti più alla psiche o all’inconscio che alla natura materiale. Sospese in quel limbo di realtà e improvvisazione, in attesa di una decodifica risolutiva che le estragga dal mondo dell’essenza, le città oniriche sono i luoghi del tutto e del niente, del domani improvvisato e di un passato che malgrado tutto resiste.
Le città oniriche di Leonardo Serafini, sono immagini ardenti, che emergono da un mix di spatola pesante e pennello ispirato, in un tripudio di forme mnemoniche e cromatismi esagerati o silenti, così sommessi da arrivare al margine della dissoluzione metafisica.
Perché Serafini è così. Capace di vette e di strapiombi improvvisi. Capace di altezze cromatiche irraggiungibili e poi, a seguire, di discese arditissime lungo le pendici di un colore attonito e di una che esplode e si ricompatta in unico gesto generativo; unico nel condurre il colore allo spasmo, tirandolo al limite estremo del suo ultimo tono, facendolo scomparire nelle sue mille trasparenze e nebbie; unico nel definire la città e il suo profilo con la forza viva dell’immaginazione e, poi, con la stessa, identica, forza, farla deflagrare su stessa.
Marchigiano di nascita e autodidatta di elezione, Leopnardo Serafini è un artista che, pur non essendo emanazione di un contesto accademico e colto, nasce però c on il crisma della tradizione addosso, con impresso il meme della grande avventura artistica mediterranea. Un artista che porta con sé, in modo del tutto innato, un senso del colore e della composizione scenica, che, in parte inconsapevolmente, riflette e rigenera la grande stagione del Neocubismo novecentesco e dell’Informale europeo, versante gesto e materia. Ma è un artista che per la vemenza che lo caratterizza, , per la prorompente forza espressiva che emerge dalle tele, per gli squarci visionari che preludono a scenari underground, non è neanche estraneo a certe suggestioni Neoespressioniste, sebbene prive del carico angoscioso ed esistenziale di quelle prove.
Quale sintesi dei linguaggi della modernità, Serafini modella skylines immaginari, da intendere come espressione dei labirinti della memoria e profili come visioni immaginifiche, altamente ispirate.
In questo, e non solo, Serafini interpreta un desiderio comune di fuga, un’astrazione che allo stesso tempo è forma del reale e recesso magico della immaginazione.
ESCAMOTAGE 1.0
Esposizione a cura della Dott.ssa Loredana Finicelli
Sala Don Andrea Calavolpe - Amalfi
28 maggio - 6 giugno 2017
Inaugurazione Domenica 28 Maggio H. 19.00