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Martedì, 09 Febbraio 2016 07:49

NEL SEGNO DEL “DUE”.

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Personale di pittura di LEONARDO SERAFINI

Oggi 5 dicembre 2015 LEONARDO SERAFINI festeggia i suoi primi “DUE” anni con l’Arte e tanta è la soddisfazione che voluto condividere con noi questo traguardo, non solo temporale ma artistico.

Proprio per questo ha voluto fortemente un luogo sacro, non uno qualunque ma l’Abbazia di San Claudio al Chienti, nel suo Comune di nascita.

Sembrerebbe un desiderio scontato ma non è così, questo straordinario monumento romanico - bizantino, l’unico nelle Marche, si presenta con il segno del “DUE”, perché “DUE” sono le Chiese, una inferiore e una superiore, “DUE” sono le torrette cilindriche dell’Abbazia, due sono i filari dei cipressi che ci conducono ad essa.

LEONARDO SERAFINI con questa sua nuova esperienza è riuscito a forgiare maggiormente la sua tempra di uomo e ciò è derivato dalla grande sensibilità che gli appartiene ed alla sua forza interiore che lo sostiene nell’esprimere emozioni e sentimenti.

Mai come in LEONARDO questa “DUALITA’” ha portato nuovi mutamenti all’interno del proprio io, egli è riuscito a conciliare gli opposti, quegli opposti se non vissuti con rara sensibilità rimarrebbero tali, con tutto ciò che ne consegue.

Attraverso il suo percorso spirituale Il bianco e nero non diventano antagonisti, la luce ed il buio non possono mai separarsi, il bene ed il male non debbono mai opporsi, solo attraverso queste conquiste che appartengono esclusivamente alla sua anima, si potranno superare quelle ineguaglianze che affliggono l’universo materiale.

LEONARDO vuol esternare questa sua ricerca con una serie di cicli pittorici, “DUE” opere per ogni “collezione” che vanno a testimoniare il lavoro svolto, un lavoro intimo, che ha messo a dura prova le proprie energie sia fisiche che mentali.

Le opere di LEONARDO hanno una profondità unica dove tutti e cinque i sensi vengono chiamati a raccolta, ognuno con il proprio compito, l’incontro con quella tela bianca, amica e nemica allo stesso tempo, fa risvegliare in lui quelle forze utili a superare quei dubbi che possano sorgere nel momento della realizzazione dell’opera.

In questo modo con una fusione attenta e puntuale LEONARDO riesce a creare dipinti di rara suggestione, opere pensare e progettate nei minimi particolari dove nulla è dato al caso.

Meticolose sono le scelte dei materiali privilegiando la qualità, senza mai lesinare, avendo come obiettivo finale il confronto e la condivisione del pubblico.

Come precedentemente asserito il lavoro pittorico di LEONARDO SERAFINI è raccolto, riservato, ama essere solo, in meditazione, lontano da rumori o distrazioni, personalmente essendo tra i pochi privilegiati ho più volte seguito LEONARDO nell’esecuzione delle opere ed è particolarmente struggente notare una sorta di “separazione” tra LEONARDO uomo ed artista: i comportamenti e gli atteggiamenti tendono a modificarsi, il silenzio tombale attorno a noi diventa suono, musica, una atmosfera surreale dove tutto ciò che è materia magicamente diventa spirito, dove i contrari e gli antagonisti si fondono nell’opera.

Egli predilige i supporti di grandi dimensioni, tele o tavole che siano, attraverso queste superfici desidera aumentare il campo di battaglia per dar sfogo ai suoi pensieri, conscio però che i dubbi e le incertezze saranno maggiori, ma tanta è la voglia di poter trasmettere tutto ciò che prova liberando ansie ed emozioni nella ricerca di spiragli di speranza e serenità.

Questo “magma” interiore lo accompagna nella stesura dei colori, nel passaggio delle trasparenze, nella distribuzione centellinata di oli e acrilici: una esecuzione maniacale mai finita!!!

Le luci e le ombre vengono osservate e studiate con diligenza, nulla e dato al caso, solo quando l’opera prende vigore la soddisfazione è tale che nel volto gli si intravedono timidi sorrisi, cenni di assenso, parvenze di gioia.

Le opere di LEONARDO non saranno mai “finite” nel senso di “compiute”, troppe e gravose sono le indagini interiori a cui ogni volta deve sottostare, egli sa benissimo che presto sorgeranno altri dubbi, incertezze, interrogativi, che nuovamente lo metteranno alla prova, ma egli è fiducioso del cammino che ha intrapreso, sempre più illuminato da quella luce che non potrà mai raggiungere ma che gli consentirà di guardare oltre con gioia di vivere e di amare.

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Daniele Taddei

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